sabri's blog

22 maggio 2005

Monica Bellucci


«Ma che cosa ne sanno i politici di com´è strutturato il corpo di una donna?», dice Monica Bellucci, l´attrice italiana più cara ai francesi, che nel sondaggio che sarà pubblicato nel prossimo numero di "L´Express" è tra i quaranta personaggi più amati in Francia. La Bellucci è al telefono da Parigi, dove è impegnata nelle ultime riprese della commedia di Bertand Blier "Combien tu m´aime?" con Gerard Depardieu. E parla con il trasporto di chi crede in una giusta causa e anche con il sentimento di solidarietà femminile della donna che sta vivendo in piena serenità l´esperienza di essere madre.

È per questo che ha firmato il sì al referendum?

«Il referendum è necessario. Penso che la legge sulla procreazione assistita approvata in Italia crei una situazione assurda, come se la scienza in Italia dovesse fermarsi e lasciarci in una situazione arretrata rispetto agli altri paesi che intanto vanno avanti. Ho messo la mia firma, come ha fatto Dacia Maraini, Rita Levi Montalcini, Sabrina Ferilli, tante altre donne e anche uomini con un minimo di consapevolezza, perché bisogna liberarci di questa legge. È una legge che neanche Torquemada avrebbe concepito, una grande offesa alla donna sotto tutti i punti di vista. E tutto questo esclusivamente per fini politici, per attirare voti».

Quali sono gli elementi che trova più negativi?

«Per esempio l´obbligo di impiantare tutti i tre embrioni fecondati e il divieto della diagnosi pre-impianto per sapere se gli embrioni sono sani o no. Con il rischio successivo di trovarsi di fronte alla necessità di un aborto. E anche il divieto di conservare gli embrioni congelati e l´impossibilità di ogni crioconservazione mi sembra una cosa aberrante. Non dovrebbero essere le donne a decidere? A parte il fatto che ne deriva una situazione che crea grande disparità rispetto alle condizioni economiche di una famiglia».

In che senso?

«E´ semplice, sono le donne che non hanno possibilità economiche ad avere bisogno dell´aiuto della legge e dello Stato. Quelle che possono spendere vanno in America o vengono in Francia o in qualunque altro paese con le leggi più avanzate. E con maggiore rispetto per le donne».

Il fatto che lei sia diventata madre la rende più sensibile? «Forse, non c´è una ragione al mondo per cui si debba negare alle donne il diritto e la gioia della maternità. Ma anche se non fossi stata madre avrei aderito con la stessa indignazione. Se chiedessi ad un prete o a un politico com´è il mio corpo, come sono fatte le mie ovaie, come funzionano i miei ovuli non saprebbero neanche di che cosa sto parlando. I politici e i preti devono restare fuori dalla legge, dovrebbero occuparsene soltanto gli scienziati e le donne. Anzi, per la campagna per il referendum si potrebbe diffondere una t-shirt con su scritto "che ne sanno politici e preti delle mie ovaie?"».

Autore:La Repubblica - 06/05/05


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